Diabolik sono io, il Re del Terrore rivive nel documentario di Giancarlo Soldi

Il Re del Terrore è tornato! Il fumetto che ha smascherato le contraddizioni dell’Italia degli anni Sessanta, scuotendo l’animo dei perbenisti che lo accusarono di corruzione di minori e lo tacciarono di violenza e sadismo, risplende nei cinema con la sua tuta aderente nera che lascia intravedere soltanto i suoi occhi diabolici.

La creatura delle sorelle Giussani rivive sul grande schermo nel documentario firmato da Giancarlo Soldi. Chiamarlo solo documentario, però, non soddisfa a pieno la complessità della pellicola, che è qualcosa di più. Come il più famoso fumetto nero italiano, Diabolik sono io è anche un noir che segue le tracce del primo disegnatore: Angelo Zarcone, misteriosamente scomparso dopo aver consegnato le tavole del primo numero del 1962. Di lui non si è saputo più niente nonostante i vari appelli delle Giussani che più volte lo hanno invitato per celebrare i traguardi editoriali del loro personaggio a fumetti.

Il regista Giancarlo Soldi prosegue il suo personale percorso filmografico di ricerca nella storia del fumetto italiano. Dopo aver reso omaggio all’eroe western creato da Gianluigi Bonelli con Come Tex nessuno mai, e aver realizzato Nessuno siamo perfetti, un interessante documentario sull’autore di Dylan Dog, Tiziano Sclavi, Soldi si dirige sui territori del nero di Diabolik.

Per realizzare il suo docufilm si avvale del contributo dello scrittore giallista Carlo Lucarelli, dichiarato appassionato del fumetto, di Alfredo Castelli, creatore bonelliano di Martyn Mistère, e del fumettista Milo Manara, autentico guru del fumetto erotico italiano.

Diabolik sono io può contare su immagini di repertorio, che ritraggono le sorelle Giussani al lavoro sulle loro macchine da scrivere o durante le numerose interviste rilasciate, e su attori in carne e ossa come Luciano Scarpa che impersona le inquietudini e le varie sfumature del personaggio a fumetti.

Giovanni Boccuzzi

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